Translate

domenica, luglio 02, 2017

La "U" e il passaggio

Nelle voci grezze molto spesso la salita verso gli acuti è ostacolata da un incremento di impegno che può rendere quasi impossibile l'ascesa o generare una sorta di grido (i cosiddetti suoni aperti, intendendo con questa impropria accezione il "non passare", ovvero il proseguire col registro centrale). Alla base di tutto questo v'è l'erronea convinzione che il passaggio sia meramente una questione meccanica, ovvero ancora che esista perennemente una questione "passaggio". Come s'è già scritto a sazietà, i registri esistono (o non esistono) in base alle condizioni respiratorie del soggetto. Chi si ritrova un apparato respiratorio molto sviluppato avrà facilità nell'ascesa e potrebbe non incontrare alcuna difficoltà e quindi nessun passaggio; chi viceversa ha una condizione respiratoria piuttosto carente si troverà in grave difficoltà. Per superare questo ostacolo ovviamente la strada più corretta sarà quella di far sì che la respirazione si evolva e si sviluppi in senso vocale, come, del resto, dovranno fare TUTTI coloro che vogliono cantare a un livello artistico elevato, perché l'avere naturalmente una respirazione molto sviluppata, che può essere un fatto soggettivo, non significa averla relazionata al canto, (la qual cosa posso dire non poter accadere mai), quindi quella fortuna potrà funzionare per un certo tempo, anche parecchio, ma non per sempre, perché l'insistere con una pratica (canora) senza aver disciplinato l'elemento fondamentale che la consente a quel livello, cioè la respirazione, porterà piano piano a un'usura e a un aumento delle difficoltà che si concretizzeranno in: perdita degli acuti più estremi, difficoltà nel sostenere la tessitura, ondeggiamento della voce, inasprimento del timbro e altro. Coloro che non sono in grado di salire immediatamente sugli acuti, potranno dover affrontare anche il passaggio; non essendo sufficientemente relazionato il fiato per sostenere la piena vibrazione della corda di falsetto equiparandola a quella di petto, ci si dovrà esercitare con varie modalità al fine di disciplinare e far evolvere il fiato in quella direzione. Sappiamo che il parlato è il sistema principe; togliere il peso è altrettanto fondamentale, però questi mezzi solitamente preoccupano e spazientiscono gli allievi che non vedono mai l'ora di fare acuti estremi e forti. La teoria dell'oscuramento del passaggio (che non risale a Garcia figlio, che non ne parla affatto nel suo trattato) presenta qualche aspetto positivo e qualcun altro negativo. In primo luogo dobbiamo presentare una possibile contraddizione: noi sappiamo che lo spoggio della voce è un pericolo cui si va incontro in quanto l'istinto reagisce a un peso, una forza, che ritiene inopportuna, inutile (considerando il ruolo rivestito dall'istinto). Oscurare un suono vuol dire aumentare, mediante il colore, il peso, per cui rappresenta un ulteriore stimolo alla reazione. Infatti (particolarmente con l'uso della U) è possibile che nel momento in cui si arriva nella zona idonea al passaggio, l'aggravamento di colore invece di consentire il passaggio, lo annulla del tutto con un secco rialzamento della base. E' logico, quindi, che si dovrebbe far uso della versione chiara della U, ammesso che il soggetto la sappia emettere, anche perché lo scopo degli esercizi (evolutivo) va in direzione della creazione della "corda unica", cosa che può avvenire nel momento in cui le vocali sono correttamente emesse, cioè esternamente. Siccome la U richiede un colore oscuro per la sua formazione, le probabilità che anche la vocale (specie se eseguita con una volontà oscura) retroceda, sono elevatissime. E' possibile che in questo modo si mantenga un certo appoggio, ma ecco che si va verso un affondo, verso una pressione in basso su muscoli e cartilagini che noi stigmatizziamo. A questo punto mi astengo da ulteriori descrizioni e consigli, perché non si deve pensare a un "metodo", a una galleria di consigli e trucchi per risolvere i problemi. Occorre sottoporsi a una disciplina che affronti e risolva la questione. Per dire meglio: la U, essendo scura di natura, non deve essere oscurata ulteriormente, altrimenti provoca un abbassamento (incavernamento) eccessivo della laringe con perdita della brillantezza. Direi lo stesso per la O, quantunque debba essere emessa possibilmente con un piccolo calibro. La A si può oscurare (o arrotondare), ma sempre a patto che la si sappia emettere correttamente chiara, il che, per esperienza, è difficilissimo. La E ha già le sue due varianti chiara e scura, la I non ha una versione scura, ma si può emettere orizzontalmente (sorriso) o verticalmente, e salendo sugli acuti quest'ultima, pur dovendo sempre rimanere assolutamente "I", può avere un certo vantaggio.

Nessun commento:

Posta un commento